(32) Il corrispondente del Times, che seguì l’ultima spedizione inglese nel Tibet, e ne visitò la capitale; dopo aver ammirato la bellezza artistica con la quale sono decorati in ogni parte, nell’interno, i principali edifizj, parlando dell’effetto generale che produsse in lui la gran reggia del Sommo pontefice del Lamismo, scrive in un suo libro recente: "Tutto ciò che l’immaginazione romantica ha potuto sognare di "più fantastico e meraviglioso in fatto di magnificenza, è pienamente realizzato dalla città del Dalai-Lama".
      (33) E. BIOT, Mémoire sur la condition de la propriété territoriale en Chine depuis le temps anciens.
      (34) Quest’opera fu compiuta nel 1319; fu pubblicata la prima volta nel 1322; e ristampata sotto i Ming nel 1524. Le tavole che avevano servito all’impressione di questa edizione durante due secoli, essendosi guastate, furono di nuovo incise sotto K’ang-hi; e una nuova edizione fu pubblicata nel 1724, in 100 volumi. L’imperatore K’ien-long fece ristampare quest’opera nel 1747. Chi volesse notizie estese intorno a questa importante raccolta di documenti delle antichità cinesi, potrà leggere: Notice de 1’Enciclopédie littéraire de Ma Twan-lin, intitulée Wen hian thoung Khao par M. KLAPROTH, Paris, Imprimerie royale, 1832.
      (35) Sono i primi sette libri, dei trecento quarantotto di cui si compone l’opera, e comprendono i volumi 2°, 3° e 4°.
      (36) Ma Twan-lin, Prefazione a’ libri 2°, 3° e 4°.
      (37) Col nome di comuni agrari, col quale chiamo gli elementi che stanno a fondamento della prima organizzazione sociale della Cina, non deve intendersi una determinata estensione di suolo, coltivata in comune da una tribù o da un clan, e del quale tutti godono in comune il raccolto; ma un insieme di piccole proprietà, appartenenti a particolari famiglie, unite solo da legami di mutua assistenza, secondo le vicende che occorrono nella vita (Mencio); e, per mezzo del campo demaniale ‘kung-t’ien’, legati insieme da doveri comuni, che l’aggregazione ha verso lo Stato.