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      I, f. 24. Nel ‘Cheu-li’ abbiamo poi amplissimi particolari intorno a questo argomento.
      (63) Vedi Li-ki, lib. XXII, § 5. - Wen-ti dei ‘Han’ nel 13° anno del suo regno (150 a. C.), stabilì il rituale per la cerimonia, nella quale il sovrano doveva arare il campo sacro, e la regina prendersi cura dei bachi da seta. T’ung-kien-kang-muh, lib. III, f. 147.
      (64) Il rispetto verso gli agricoltori e l’agricoltura, come un dovere che ha ogni ordine di cittadini, si è mantenuto fino quasi ai giorni nostri, almeno come precetto. Un trattato di morale, scritto da un imperatore della Cina (YUNG-CHING, 1723-1736) sopra le massime del padre suo (K’ANG-HI, 1662-1723), ha un capitolo dedicato appunto a illustrar quella che inculca cosiffatto rispetto. Tra le altre cose, indirizzandosi ai soldati, l’imperatore così si esprime:
      Voi che vivete nelle file dell’esercito, non siete tenuti a faticare su i solchi della terra, ma dovete però tenere a mente, che la paga vostra e la vostra razione vengono dai granai pubblici e dal pubblico erario, gli uni e l’altro riempiti col frutto del lavoro del popolo. Non v’è filo dei vostri abiti, non grano di riso della vostra mensa, che non venga da quel lavoro. Voi dunque, che godete con le vostre famiglie dell’opera proficua del popolo, dovete vivere in pace col popolo, e proteggerlo sempre in ogni occasione, affinchè possa tutto applicarsi a quel lavoro fruttifero, che nutrisce e veste noi tutti
      . Shing-yu-kwang-hiun, cap. IV.
      (65) Trovo in MENCIO, Lib. I, parte I, cap.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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