— Parola d’onore, oggi sono impegnato altrove. — Dica dove e manderemo ad avvisare, e disimpegnarla», ecc., ecc. E sono capaci di nascondervi il cappello per impedirvi la fuga. Che se tenete saldo a voler partire, vi fanno il muso lungo e le lagnanze pungenti: «Oh, già, se si trattasse di casa X o di casa Z non direbbe di no: ma noi non abbiamo nulla che la interessi, e quì si secca.» Talora con queste sconvenienze si vince la partita, e un povero diavolo resta ad annojarsi davvero con una famiglia per provarle che non è nojosa.
Taluni hanno perfino questo vizio che, più un tale si ostina a schivare i loro pranzi, più si infuriano a invitarlo: ma non basta: spingono l’indiscrezione a voler sapere per forza quale sia il motivo che lo tenga lontano. Indagini d’una inciviltà prodigiosa. Come saperlo, e perchè saperlo? Forse non vorrà staccarsi dalle proprie abitudini: forse la vostra cucina non gli è sana, o non gli accomoda l’ora del vostro desinare, o gli è antipatica qualche persona di casa vostra, o vuole evitare una qualche Putifar: che so io? si danno tanti casi in questo mondo! Trovate che alcuno sia un po’ troppo difficile ad accettare? diradate gl’inviti fino a non farne più: che si può essere ottimi amici senza mangiare insieme. Stiamo al pensiero semplice delle cose: perchè si invita a pranzo? per far gentilezza e piacere. Ma la gentilezza che insiste troppo si cambia in importunità: ma il piacere per forza diventa disgusto: dunque non seccatevi e non seccate.
A proposito di ore, bisogna bene che io sappia quale è quella di casa vostra.
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Putifar
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