Sareste dunque di quelli che mangiano tre volte al giorno subito dopo i tre Angelus Domini? In tal caso, miei cari, bisognerà bene che rinunciate all’onore di convitare, o che vi limitiate a invitare i pari vostri. Per carità non offendetevi di questa parola che è d’un’intenzione affatto innocente. Nulla di più rispettabile nel buon vecchio popolo quanto l’attaccamento alle usanze patriarcali dei bisavoli che si mettevano a tavola al tocco della campana parochiale, e che d’estate facevano anche la merenda. Alcuni che vissero a lungo, secondo natura, nella libertà del villaggio, ci forniscono anche in città l’idillio piccante dei costumi campestri. Molti che di buon mattino si dedicano al lavoro (nel senso energico e muscolare della parola), non possono resistere più lungamente al bisogno di un pasto sostanzioso. Molti hanno a sorvegliare uomini di fabrica, operaj, manifatturieri che appunto riposano dalle dodici alle due. Nè dimenticherò che han l’orario obligato tante persone côlte che attendono alla educazione della gioventù nei collegi, nei seminarii, nei conservatorii, negli instituti di ogni specie. Ed ecco come quell’ora diventa o indicatissima o anche necessaria per tanta gente non solo rispettabile, ma amabile e cordiale al punto da voler fare frequenti inviti alla propria mensa meridiana.
Ma qui appunto mi corre il dovere di avvertirli di limitare i loro favori a persone che si trovino nelle stesse circostanze, e quindi nelle identiche abitudini e che, salvo alcune eccezioni inevitabili, lascino nel loro brodo tutti quelli delle ore cinque: perchè le abitudini diventano nell’uomo una seconda natura, alla quale troppo penosamente si resiste; e le dietetiche sono tra quelle cui più difficilmente si vorrebbe derogare.
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Angelus Domini
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