Che noja a sentire ogni momento il padre e la madre a predicare! Sentite la mamma: «Ehi, Orsolina, abbasso quelle mani dalla testa! giù quei gomiti dalla tavola! dritta quella schiena! ma dove hai imparata la creanza? in un porcile?» Sentite ora il papà: «Signor Carlino, signor Carlino, ho sempre da ripeterlo, che quando parlano i grandi, i piccoli devono tacere, e che a tavola non si cerca mai niente? e sì che lei oggi è a tavola per miracolo, dopo tante impertinenze e golosità commesse in cucina e in dispensa: vergognaccia! bisogna sorvegliarlo come una scimia slegata.» Orsolina si fa di bragia, alza una spalla e poi l’altra e poi tutte e due, inchioda il mento sullo sterno, e fa mille attucci bisbetici e dispettosi: Carlino strilla di confusione e di rabbia: bisogna farli strascinar via frammezzo al più fragoroso crescendo musicale, complicato talvolta da quattro busse e dagli abbajamenti del cane, perchè fino i cani detestano queste scene troppo intime e famigliari. Voi però avrete pienamente giustificato la formola del vostro invito, quando pregaste gli amici di venire in casa vostra a far penitenza.
CAPITOLO QUARTO
Ma è oramai tempo che veniamo al vero ed effettivo pranzo: fin’ora non vi ho pasciuto che di ciarle, le quali possono bensì riescire indigeste, ma non dànno alcun nutrimento. Abbiate dunque pazienza un istante ancora, e poi vi metto a tavola, e staremo allegri. Affinchè i miei consigli non prendano aria di pedanteria didascalica o d’oracoli da cattedra bisogna proprio sedere insieme a mensa, e così dai casi pratici emergerà spontanea la teoria: date casus, dabo leges, come dicea quel gran giurista Andrea Alciato.
| |
Orsolina Carlino Carlino Carlino Andrea Alciato
|