Fra queste ciarle mi accorgo che la padrona di casa è inquieta: vorrebbe fare la disinvolta e stare in compagnia, ma va e ritorna ogni minuto: e quando si ferma un istante ha una parolina da dire nell’orecchio della figlia maggiore, e poi un’altra per la seconda: e le figlie fanno da corrieri, e riportano altre paroline secrete alla mamma. Oimè! di che si tratta dunque? s’ha da dare l’assalto a una fortezza? siamo una mano d’amici venuti a godere la vostra compagnia e a mangiare insieme un cappone: e se il cappone sarà duro, tireremo più forte: e se una pietanza si sarà capovolta sui carboni, avremo in compenso un aneddoto e una risata di più. Capisco benissimo che il dare un pranzo è un avvenimento per questa famiglia, una vera giornata campale. Ma appunto bisogna saper imitare i famosi esempj storici di quei sommi capitani che dormirono tranquilli la notte precedente a una battaglia decisiva. Per qualche cosa si scrivono le storie, e per qualche cosa le si fanno imparare anche alle donne. E sapete mo’ perchè abbiano potuto dormire quegli illustri condottieri? perchè avevano disposto tutto prima, e non restava più che combattere. Così all’ora che abbiamo, cioè un momento prima di metterci a tavola, le donne devono aver già ordinato tutto: altrimenti sarebbe da applicarsi a loro l’oportet studuisse, riservato a quegli scolari negligenti che cominciano a disporsi agli esami nel giorno di subirli. Sarebbe diverso il caso se alcuno dei convitati, come pur troppo ebbi a vedere nella mia lunga esperienza popolare, fosse tanto indiscreto da venire a seccarvi tre o quattro ore prima della indicata.
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