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Ho rappresentato il personaggio dell’uomo frivolo, dell’affamato, del goloso, del leccardo, perfino del morto resuscitato, e almeno questo è mediocremente nuovo: nella seconda parte rappresenterò un pochetto anche l’ubriaco: ma insomma, un galantuomo che cosa può fare di più per non mancare al proprio assunto? ho da chiamarvi in piazza a suon di piffero e tamburo, e, distesa la tela per terra, tentarvi sopra il salto mortale? farei un capitombolo molto più sconcio di quello d’un libro mal riescito. Ma queste sono ciarle, e il fatto è che voi non avete riso abbastanza, e io non posso darmene pace: e se vi conoscessi tutti a uno a uno, vorrei rendervi il vostro denaro, chè mi sembra di averlo rubato: e coloro che lessero gratuitamente, pagarli io del tempo gettato.
Però, vi è un proverbio che pare composto espressamente pel mio caso, e destinato a salvare, come suol dirsi, la capra e i cavoli: oh! un buon proverbio a tempo vale una California: è come un corpo di riserva che entra fresco nella battaglia a decidere della vittoria. Eccolo: risus abundat in ore stultorum. Dunque se avete riso poco, è perchè siete saggi: dunque se vi ho fatto ridere con molta parsimonia dovrei essere saggio anch’io. Ora capirete che complimento fino e gentile vi abbia preparato il mio libro, e quanto io debba consolarmi d’essere stato sconfitto. Anzi, potrei soggiugnere che la mia Arte l’ho scritta perchè mi servisse come una pietra di paragone a peritare la gente. E quando alcuno veniva a dirmi di non aver riso troppo col mio libro, io pensava: «Bene! costui è un uomo di proposito, un furbo che non ha addentato l’amo: oh, se fossero tutti così! non si direbbe più che il mondo è una vasta gabbia di matti.
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California Arte
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