Pagina (104/212)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      » Qualche volta, al contrario, mi capitava un buon diavolo che, vedutomi per via, veniva incontro gridando: «Ah dottore, quanto ridere con quel tuo libro! sei stato il carnevale di tutta la mia casa.» E io lo ringraziava in parole, con quell’aria di finta modestia che tanto mi onora: ma in cuor mio diceva: «Infelice! hai proferito la tua condanna: e che bella raccolta di babbioni deve essere la tua famiglia! non ti rinfaccio il mio proverbio per non farti imbestialire del tutto.»
      Quì parmi che alcuno crolli la testa e sorrida, pensando esser questo un trovato di fantasia per tirarmi d’impiccio. Ma nessuno saprebbe provarmelo: e io sarei padrone di tener duro nel mio assunto: chè, fortunatissimo quell’avvocato il quale sapesse cavar fuori un argomento di egual forza nelle cause le più spallate. Io però sono generoso, e vi rinuncio: anzi, fermo stante il testo latino con tutte le sue conseguenze, vi confesserò la verità vera, come dicono i poveri Francesi di oggidì: che cioè io sperava proprio di farvi scoppiar dalle risa, e che, per mia somma vergogna, non è scoppiato nessuno.
      Quello che più mi accora è che ho riso poco anch’io. Sperava coi frutti dell’Arte scritta di fornirmi del fondo necessario ad aprire un bel corso di lezioni pratiche, e far tavola bandita: ma capisco che per questo non ne faremo nulla. Anzi sto quasi per ritornare al sistema antico di andar io a pranzare frequentemente in casa altrui. Ma oimè! quì sta il terribile: chi non chiuderebbe la porta sul viso a un sofisticone che osserva tutto, e critica tutto, e si fa beffe di tutto? bisognerebbe presumere molto di sè facendo altrimenti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'arte di convitare spiegata al popolo
di Giovanni Rajberti
Editore Bertieri Milano
1937 pagine 212

   





Francesi Arte