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      Che dolore e che rimorso per gente onesta vedersi davanti un galantuomo che per condiscendenza alle importunità vostre ha perduto anche momentaneamente il sentimento della propria dignità, e s’è ridotto a dare brutto spettacolo di sè con un’allegria incomposta, con una parlantina sfrenata o d’indole pericolosa: o, peggio ancora, preso da umore tetro, sospettoso, bestiale, interpretare sinistramente ogni parola altrui e pigliarne fornite di litigi e di provocazioni! Casi rari, eccezionali, dirà taluno. Bagattelle! non ci mancherebbe altro che di essere frequenti: intanto se non lo sono, certo non è per omissione vostra. E non occorre arrivare fino a quel punto per darci la prova che gli eccitamenti a bere sono di peggior natura di quelli intesi a far mangiare: e io per la troppa evidenza della loro intolerabilità mi limito ad annunziare il fatto che sono nientemeno communi e insistenti degli altri. Basta bene che la copia e la varietà dei vini sieno una tentazione per sè, senza avvalorarla con le vostre preghiere. Figuratevi che quando uno si rifiuta a bere per l’ottima ragione che ha già bevuto anche troppo, si arriva a rispondergli: «Ebbene, beva senza paura di questo vino che fa passare.» Ma di grazia, che cosa fa passare? tutto l’altro vino? È proprio così che l’intendono. Oh scienza nuova e sconosciuta ai fisici profani! hanno inventato il vino che lava via tutti i vini già bevuti, e i loro dannosi effetti. Ma è scienza di popolo, e il buon popolo non si lascerà mai rubare nè confutare le proprie scoperte.


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L'arte di convitare spiegata al popolo
di Giovanni Rajberti
Editore Bertieri Milano
1937 pagine 212