In questi casi bisognerebbe dare il caffè.... Oh la magnifica idea che mi balena nel cervello! vedete un poco: i dotti si lambiccano l’ingegno da secoli per trovare il moto perpetuo, e non lo trovano mai, i poveri diavoli! e un ignorante trova di colpo, per inspirazione, il caffè perpetuo, e sente subito di dovervelo raccommandare. Sì, certo: come in un’attivissima stazione di strada ferrata arde sempre una macchina per i bisogni fortuiti, così nella vostra sala sia sempre in effervescenza la macchina da caffè ad uso di chiunque voglia di quando in quando andarne a spillare una tazzetta. A tavola ci avete tanto tormentati perchè mangiassimo il triplo del bisogno: e ci avete obbligati a bere tanto vino per far passare il vino, e che stenta terribilmente a passare tutto insieme; più: siete capaci, anche qui in sala di conversazione, di seccarci con altre bottiglie che inspirano nausea solamente a vederle: e poi quando si tratta del caffè che ha veramente la missione di far passare, e che è il migliore antidoto per i disordini dietetici, ce ne versate un meschinissimo chiccherino che sembra fatto per abbeverare un uccelletto! non c’è il sentimento delle proporzioni. A gran desinare, grande caffè; a vini senza termine, caffè senza fine.
Oh, chi saprebbe mai dirmi le grandi obbligazioni che l’umanità tiene verso il caffè! quante scoperte preziose, quante opere sublimi dell’ingegno sono dovute alle veglie prodotte dall’araba semente! forse io stesso riescii a compiere questo mio lavoro per virtù di quella bevanda: forse molti de’ miei lettori aprendo il mio libro, appena andati a letto, se, in cambio di addormentarsi alla prima pagina, impararono l’arte, lo devono al caffè. Ma, a proposito di notti insonni, ci sarebbe a riflettere ben altro.
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