(4) Questo è un mero scherzo col quale non s’intende menomare la stima dovuta a un uomo di nobilissimo ingegno e di ottimo cuore.
(5) A proposito di zio mostro è bene che tutti conoscano la classificazione scientifica della specie zio: e quì s’intende lo zio per eccellenza, cioè celibe o senza figli, e sopratutto denaroso; in somma quello zio dal quale i nipoti sperano ed attendono. Dunque vi sono le seguenti varietà di zii: lo zio cavallo, lo zio majale, lo zio bue, lo zio rospo. Lo zio cavallo è colui che fa molto bene in vita, e nessuno in morte: lo zio majale all’opposto non fa nulla di buono in vita, ma vi riserva tutti i suoi benefizi dopo morte: lo zio bue è quello che dà ottimo conto di sè e vivo e morto: finalmente lo zio rospo è colui che, a somiglianza di questo schifoso animale, non giova a nulla nè in vita nè in morte.
(6) Barlassina (per chi nol sapesse) è un villaggio a mezza strada fra Milano e Como: nelle sue vicinanze v’è il magnifico Seminario Arcivescovile di S. Pietro Martire, altre volte convento di Domenicani. Barlassina è volgarmente celebre per l’abbondanza degli asini, e pare che dovrebbe intendersi di quelli quadrupedi: giacchè i bipedi abbondano press’a poco egualmente dappertutto. Ma dove s’appoggi quella riputazione proverbiale, nol saprei: perchè davvero nessuno può dire esservi più asini colà che in qualunque altra terra della pianura lombarda.
(7) Questo è uno scherzo che può correre a tavola: ma porge occasione di protestare con tutta l’energia (e l’impotenza) di un povero scrittore contro l’abuso di cambiare i nomi alle piazze e alle contrade; perchè tali nomi, oltre al richiamare spesso istituzioni antiche o patrie vicende, sono poi sempre abitudini di tutta la vita, e care e indelebili reminiscenze della prima età; quindi fanno, direi quasi, parte integrante della patria, la quale è un composto di molte cose e anche di molte parole.
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