Quindi avverrà il caso rarissimo che, leggendo, tutti saranno giudici competenti delle verità da me annunziate, e si udirà da ogni parte: «Sembra che abbia studiato la mia gatta. - Il nostro micino è tale e quale. - Il gattone soriano che abbiamo mangiato lo scorso inverno faceva precisamente così».
Dunque vi offro in questo libro il panegirico del gatto: che veramente è tale, consistendo in un discorso affatto retorico, scritto secondo le regole di Aristotele, col suo esordio formale, colla confermazione, colla mozione degli affetti, e tutti gli altri amminicoli della così detta eloquenza. E se il suo titolo di panegirico non comparve netto e schietto sul frontispizio, fu, a dirvela in confidenza, per non parere soverchiamente frivolo. Esserlo, è permesso anche ai più seri o indigesti scrittori, ma sembrarlo no. Le parole cenni fisiologici e morali sentono lungi un miglio di filosofia svariata e soda: e sono modestamente promettitrici di lauto pasto alla curiosità dei dotti. Chi ben comincia è alla metà dell'opera: e chi sa inventare un frontispizio ingannatore, faccia conto d'aver composto la parte migliore e più difficile del suo libro.
Ma v'è un'altra forte ragione che mi determinò a scegliere il gatto per primo soggetto delle mie lodi. I destini di questa bestia, che è la più cattiva e la più fortunata di tutte, furono sempre per me un fatto significantissimo e fecondo di applicazioni. Che malvagio animale! dissimulatore profondo; traditore bisbetico, che vi graffia subito dopo una carezza; nell'indocilità e nell'ostinazione non ha rivali; egoista, anzi apatista come un acefalo per ogni cosa che non riguardi il suo interesse; tutto cervello per la malizia e per ogni genere di perfidie (compatite se per un resto di abitudine dico un po' male almeno de' bruti); leccardo come un sibarita; ozioso di professione; ladro nato, e ladro pel solo piacere di rubare; vigliacco coi forti, crudelissimo e sanguinario coi deboli: per essere enciclopedico nella scelleratezza, non gli manca che l'arma della parola.
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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano 1846
pagine 98 |
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Aristotele
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