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      E tu, cavallo, e tu, asino, e tu, mulo, e tu, bue, ditemi tutti voi quante fatiche e busse veramente bestiali vi tocca di sostenere per un po' di fieno che vi tien vivi e una tettoia che vi copre dalle intemperie. E così dicasi della maggior parte dei bruti.
      Nascita, infanzia, emancipazione del gatto
     
      Ma il gatto! Oh, il gatto ha saputo scegliersi il miglior posto possibile nella storia naturale. Egli si è così ben collocato in mezzo alla più raffinata civiltà e alla più selvaggia indipendenza, da prendere tutto il buono e schivar tutto il cattivo dei due stati. Nel che parmi aver esso praticata e indicata al mondo fin dal principio dei secoli la gran teoria del giusto mezzo, della quale osano menar vanto d'invenzione i politici moderni, e che non è mai tanto bene applicata, come all'arte difficilissima e sublime di godere la vita. Vediamo il nostro eroe in azione.
      Nasce appena un micino, e già vien liberato da ogni concorrenza di fratelli e sorelle, che d'ordinario si sacrificano per accumulare sopra lui solo tutti i vantaggi d'una esistenza invidiata. È l'applicazione un po' rigida e assoluta del sistema dei maggioraschi, anzi ne è l'ultimo perfezionamento. I fanciulletti sentono con maraviglia che fu portato in casa un gattino, come di quando in quando si porta in casa un fratellino; e corrono a vederlo, a lodarlo, a toccarlo, a fargli intorno festa e baccano.
      La gatta madre, che alla vista d'una faccia forestiera e sospetta diventerebbe una tigre, tollera pazientemente quel parapiglia, quasi se ne compiace, e appena con un lieve lamento (brrgnin) indica al più inquieto i doveri della discretezza.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98