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      In mancanza d'altri stromenti, egli si diverte perfino colla propria coda, e correndo dietro alla medesima che sempre gli scappa, è forse stato il primo che suggerì ai sofisti l'idea del circolo vizioso. Manomette il cappellino della signora, e il berretto del padrone; poi va ad accomodarvisi dentro nelle più ridicole positure: egli solo non ride, perché i veri e bravi buffoni non ridono mai; me ne appello agli enfatici declamatori umanitari.
      Se poi lo aiutate a giocare, vi tien testa per ore ed ore. Una bacchettina che gli agitiate davanti, una pallottola di carta che gli gettiate a' piedi, lo fanno correre, saltellare, guizzare, che è una meraviglia. Alla sera è una gara tra i fanciulli per aver micino in letto; dove egli ha la bontà di seguirvi fin sotto le coperte e conciliarvi il sonno colla blanda musica del suo fron fron.
      Il gatto simbolo di libertà
     
      Tutto ciò farebbe credere che il gatto sia un docile amico, pronto ai vostri capricci, almeno quando si combinano colle sue comodità. Ma aspettate qualche settimana e me lo saprete poi dire. Un bel giorno egli trova l'uscio aperto, e vaghezza di novità lo spinge a salire le scale e a portarsi in soffitta. Di là, per un abbaino, monta sul tetto a respirare un'aria più libera e pura, e a dominare col guardo porzione della città. Ebbene, fate conto che da quel momento egli sia diventato maggiorenne e sciolto da ogni soggezione di famiglia.
      Non vi adombrate, miei cari: egli sarà sempre il vostro gatto; rientrerà a pranzo e a cena; moltissime volte anche a dormire.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98