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      Altri ha il talento di saper pescare le proprie catene fin nel mare delle superstizioni, e si condannerebbe a patir la fame piuttosto che sedere a una tavola di tredici persone; e rinuncerebbe a veder suo padre per l'ultima volta anziché mettersi in viaggio in venerdì. Tutti quanti poi vanno di perfetto accordo nello stringersi sempre più il capestro della servitù di mano in mano che progrediscono nella via del così detto incivilimento, imponendosi a vicenda i passatempi, le credenze, i pregiudizi, le mode, le convenienze, i riguardi, le dissimulazioni, le epoche di cercarsi o di fuggirsi, o di far l'uno e l'altro insieme colle carte di visita; la maniera di vestirsi, di addobbare la casa, di parlare, di danzare; le ore di andare, di stare, di pranzare, di dormire. Ed è dunque per questa gente che fu inventata la libertà? Credetelo, miei cari: gli uomini e i bruti che vivono con loro o per loro, sono tutti schiavi; tutti, ad eccezione del gatto.
      Il quale sa bensì godere tranquillamente i vantaggi che il vero materiale progresso introduce nelle case, come il tepor dolce ed equabilmente diffuso delle stufe, i morbidi cuscini elastici, gli squisiti intingoletti del cuoco; ma rifiuta le soggezioni e le sempre crescenti esigenze sociali, e non si lascia guastare lo spirito da nessun sistema nuovo, né imporre alcuna legge da chicchessia: sempre uguale a se stesso, pensa e agisce oggidì come cinquemila anni indietro; talché su di lui, che vive nel seno delle famiglie anche le più corrotte, non ha influenza neppure quel terribile contagio del mal esempio e dei cattivi compagni.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98