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      Ma il gatto che agisce a mente calma, e a cui la squisitezza dei sensi dona il giusto criterio dell'equilibrio, non sente né questi pericoli, né queste paure.
      Se una cosa non si può fare, egli non la tenta nemmeno; se appena è possibile, la farà e con sicurezza, per la mirabile precisione de' suoi movimenti. Osservatelo. Egli vuol eseguire un ardito salto da un tetto a un altro più elevato. Scelto il posto migliore, sta lì fermo un istante misurando d'un guardo l'altezza da guadagnare. Manca la materialità della lavagna e del gesso, ma è un vero calcolo matematico, una equazione tra le proprie forze muscolari e l'altezza del salto. Sciolto favorevolmente il problema, si rannicchia per darsi slancio, e spicca il salto con un dispendio di forze così saggio ed economico da non riescire un punto al di sotto o al di là della mèta prefissa.
      Oh no, non tremate mai per il gatto, poiché egli sa sempre quello che si fa, o sia che si aggiri tra i labirinti d'un gran mucchio di legna o di vecchie masserizie accatastate in soffitta; o sia che passeggi filosoficamente sulle macerie e i rottami d'un edifizio smantellato, come già Caino Mario in Cartagine. Insomma, non vi è piano ineguale, rotto, fallace che lo riduca a periglio, perché egli, gran maestro di cautele e di prudenza, va con piè leggiero e sospeso; e se quella zampa esploratrice non sente sotto la dovuta resistenza, ei la ritira prima di affidarle il peso della persona. Così noi uomini imparassimo da lui a non far passi falsi nel cammino della vita: quanti errori e pentimenti di meno!


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98

   





Caino Mario Cartagine