Bisogna però confessare non essere rarissimo il caso che il gatto faccia capitombolo dal tetto. Ciò avviene, o perché abbandonandosi all'ira con qualche rivale, nel furore della mischia dimentica purtroppo la natural sua prudenza; o più spesso in occasione di nevicata, essendoché il biancheggiare uniforme dei sottoposti piani lo illude, impedendogli di veder la fine del tetto. Ma che importa il cascare da tanta altezza, quando lo fa impunemente? Per lui un sì tremendo salto non è altro che il recarsi nel cortile o in contrada senza l'incomodo di percorrere le scale. Natura lo ha fatto per queste contingenze, dandogli leggerezza, elasticità, arte di cader tutto raccolto sulle zampe, e col muso in aria: e, salvato il muso, come sanno anche i ragazzi, tutto il resto è salvo. Infatti, vedetelo. Appena tocca terra passa due minuti secondi di immobilità e attonitaggine, quasi interrogandosi come diamine egli abbia commesso quella minchioneria: quindi dà intorno un'occhiata sospettosa, e poi via colla rapidità del fulmine! Quell'occhiata significa che il maggior male della caduta sta nell'essersi lasciato cogliere in errore: e quella rapida fuga è per tranquillare gli animi e assicurarli che egli sta proprio benissimo di mente e di corpo.
Se un uomo nel discendere una comoda scala dimentica un solo gradino, l'ultimo appena, e mette male un piede, ne può venire una slogatura di coscia, da mandarlo storpio per sempre dopo sei mesi di letto e di spasimi in man de' chirurghi; se cade dall'altezza di pochi palmi, può succedere una commozione di cervello da morire a dispetto di tutti gli Esculapi e di tutti i tesori della Terra.
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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano 1846
pagine 98 |
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Esculapi Terra
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