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      E con qual fronte potranno gli uomini insuperbire dei poveri frutti del loro ingegno, se le migliori cose che fanno le fanno in comune con tutto il mal seme di Adamo?
      Gli ozi beati del gatto
     
      Rifiutata dunque come assurda l'idea dell'ozio assoluto, non resta che l'ozio filosofico, caro privilegio degli esseri che hanno in questo mondo la missione di godere la vita; e in cima a costoro sta il gatto. Nella bella stagione egli è capace di passar tutto il giorno sui tetti, a goder l'aria pura e il sole, o andando a zonzo senza scopo né direzione, o accomodandosi per ore ed ore nella concavità d'un tegolo, in quello stato medio tra il sonno e la veglia che è il riposo completo dell'anima e del corpo, ma con quel tanto di coscienza che gli basta per avvertire il proprio benessere; e quella semiestasi ha le sue dolcissime oscillazioni, dal possesso della piena intelligenza fino al totale oblìo di tutto in braccio a Morfeo. Dal socchiudere, dal chiudere, dallo schiudere, dal richiudere degli occhi si rilevano i passaggi per questi diversi gradi dalla sonnolenza al sonno, dal sonno alla sonnolenza; passaggi determinati dalla maggiore o minore efficacia delle più lievi sensazioni esterne, da una carezza di zeffiretto, dal ronzio d'una mosca, dal batter delle ore al lontano orologio d'un campanile. Così accade alle anime tiepide e ai corpi stracchi nel trovarsi comodamente seduti alla predica, ché al suono continuo di quella monotona voce si stende un velo sulle pupille: il quale si dirada a qualche violento punto d'esclamazione o al tintinnio della borsa chiedente l'elemosina; si fa più fitto all'incalzare delle argomentazioni, e scompare di botto al fermarsi della stessa voce che si era fatta compagna necessaria alla dolcezza di quel placido sopore.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98

   





Adamo Morfeo