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      Oh le crudeli privazioni dell'indigenza, oh i funesti effetti della ricchezza abusata! Qui ragazze desolate di non trovar marito; là uomini, disperati per aver preso moglie. Qui giovani già sazi di tutto e diffidenti dell'avvenire; là vecchi senza rassegnazione e avidissimi d'una vita che li abbandona. In questa casa i frutti di una cieca e balda ignoranza; in quell'altra il desolante e arido scetticismo di una superba filosofia. Una famiglia è travagliata dalle discordie fraterne; una seconda dalle crisi commerciali; una terza dalle malattie e dalla morte. Da per tutto poi le passioni in burrasca; e oh che affannose giornate, che notti insonni fra le torture dell'amore tradito, dell'odio impotente, dell'orgoglio oppresso, dell'ambizione delusa, dell'avarizia insaziata!
      Ma basta per pietà. Il gatto è là in alto, al di sopra di tutte queste miserie, e le tiene sotto a' suoi piedi, e forse dedica loro le sue filosofiche meditazioni. Questa è una semplice congettura, non avendo mai il gatto reso conto de' suoi pensieri; ma è probabile assai che nella mancanza di affari propri egli passi in rivista le sciocchezze e i mali di cui è tuttodì testimonio tra le domestiche pareti. Che egli pensi, e molto e seriamente, è indubitato. A vederlo seduto sulle zampe di dietro, ritto sulle anteriori, testa rivolta un po' da una parte, orecchie verticali colla concavità in avanti, cera preoccupata, occhio diretto a mezz'aria, sembra la personificazione del pensiero, e intendo del pensiero sublime, istantaneo, nuovo, ciò che costituisce l'inspirazione.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98