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      I pittori, quando fanno alcun ritratto di poeta, di filosofo o di letterato, si sforzano di dargli grande significazione di genio per mezzo del mantello in disordine, della cravatta storta, de' capelli rabbuffati, del fiero cipiglio, e soprattutto di due occhi spiritati che paiono voler trivellare il cielo. E talvolta è ridicola l'antitesi fra tante pretensioni e la bonarietà casalinga di lineamenti molto prosaici; poiché non è raro che siffatti uomini grandi abbiano facce egregiamente triviali, che rivelano la vocazione tradita di cocchiere o di sensale di formaggi. Se in questi casi l'artista pigliasse a tipo il gatto sopra pensiero e, coltone il bello ideale, lo traducesse da bestia a uomo, è a credersi che riuscirebbe assai più naturale ed efficace.
      Il gatto filosofocome Machiavelli e Talleyrand
     
      Or dimmi, o micio, qual genio si cela sotto quella tua fronte inspirata? Devo io riverire in te il filosofo o il poeta? Poeta no, perché sei troppo positivo, saggio e felice. Dunque, filosofo: ma non da ciance come i più di costoro che, a forza di ipotesi e di sistemi e di astrusissime metafisicherie, non si capisce mai a che vogliano riuscire e come giovar possano al mondo. Tu sei il filosofo della vita reale: tu stai tramezzo al sommo teorista Machiavelli e al sommo pratico Talleyrand, e, salvo il ridurre le loro massime dalla vita pubblica alla privata, li rassomigli entrambi. Anzi sono essi che rassomigliano a te, perfino nella fisonomia; ché chi ben esamini i loro ritratti, troverà in que' lineamenti e in quelle guardature alcun che di squisitamente gattesco: e deve esser così, per quanto è vero che il volto è lo specchio dell'anima.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98

   





Machiavelli Talleyrand Machiavelli Talleyrand