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      Oh il felicissimo, oh il più invidiabile degli epicurei, che può dedicarsi a tutti i piaceri della gola senza rimorso, senza paura di rovinarsi la salute o di diventar troppo grasso!
      Amori del gatto
     
      Ma che strepito è questo? Udite. Siamo nel cuor della notte; tutta la contrada giace sepolta nel sonno; quand'ecco dal buio d'un fenile scendono a rompere villanamente la quiete generale
     
      Diverse lingue, orribili favelle,
      Parole di dolore, accenti d'ira,
      Voci alte e fioche e suon di piè con elle:
     
      e tutto ciò con un crescendo diabolico, dal gemito soffocato e viscerale del ventriloquio fino all'urlo furibondo della disperazione. È come quando fa temporale: che dal lontano e sordo brontolar del tuono si arriva allo strepito della gragnuola e allo scoppiar delle saette. Non vi è più nessuno che dorma: i vecchi maledicono tossendo; le donnicciole placano i morti con un requiem, e pensano a cavare i numeri del lotto; i ragazzi nascondon la testa sotto le coperte, e tremano del folletto. Che sarà dunque mai?
      Non temete, miei cari, che non è nulla di serio: è il re dei tetti che fa un pochettino all'amore. E qui viene in acconcio di ripetere col più celebrato seicentista vivente: Le roi s'amuse. Ma come, dirà taluno, tanto fracasso per simili inezie? Il gatto, abitualmente tranquillo, discreto, prudente, taciturno, che evita ogni occasione di dar nell'occhio, diventerà per siffatte debolezze smanioso della pubblicità come un poetino imberbe che invoca l'oblio della tomba? La cosa è in questi precisi termini: e se alcuno bramasse conoscerne la causa, i naturalisti, che purtroppo piegano al materialismo (eh, dico bene?


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98