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      Ora, domando io, come mai gli uomini acerbi, le donne mature e i gatti potrebbero fissare l'attenzione e la maraviglia del mondo frivolo più efficacemente che cogli amori rumorosi? Ma questa è una mera ipotesi, almeno rapporto al gatto: anzi confesso che inoltrandomi nel paragone, dovetti convincermi della sua insussistenza: perché la gravità filosofica e l'assoluta indifferenza del gatto per tutto ciò che non è positivo e materiale interesse non mi lasciano supporre che il suo cuore sia accessibile alle velleità d'un mal collocato amor proprio.
      Concludiamo dunque, che se egli mena tutto quel chiasso notturno, è perché gli pare e piace di far così. E ciò finisca di persuaderci, ch'egli ha tutto il mondo in non cale, che la solita sua quiete e taciturnità non muove da discretezza o riguardi per noi, ma da carattere: tant'è ciò vero, che occorrendogli in occasione de' suoi trasporti erotici di diventar molesto, fa il diavolo, spezza i vetri per evadere, graffia gli usci, miagola come un ossesso, vi obbliga di gennaio a saltar in camicia dal letto per lasciarlo andare; batte, si fa battere; e fa perdere il sonno a tutta la contrada.
      Ma ogni incomodo ha i suoi compensi, ed è abbastanza curioso e piacevole il sentire un po' da vicino quel notturno parapiglia. Per me, vi confesso che mi diverto assai, e sto attentissimo, e mi lascio andare a tutti i voli dell'immaginazione. Talora mi sembra d'essere all'opera in musica, rappresentata da quel genere di esecutori che volgarmente si chiamano cani, ma che sarebbero qualificati meglio per gatti.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98