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      Che direste di uno che, dovendo dare la caccia ai lupi, perdesse il tempo a pigliare le mosche? Son così poche le cose che gli uomini possono fare o non fare a loro beneplacito, senza rimorsi e senza contrasti, e saremo tanto indiscreti da volerne ancor diminuire il numero? I mustacchi non impediscono d'essere né fiore di galantuomini né fiore d'ingegni. Dunque, o voi tutti che non siete né professori da cattedra, né magistrati, né medici, né troppo divoti, né vincolati per dipendenza o convenienza ai capricci del terzo e del quarto, lasciate pur crescere i vostri baffi come volete o potete: tanto più che quell'insegna marziale non vi costringe a far bravate, né ad accettare duelli, né a salvare la patria minacciata.
      Sono pur belli e lunghi i mustacchi del gatto, ma egli non si crede per questo in obbligo di affettar valore, anzi è saggiamente codardo, e nei pericoli sta nascosto, e fugge a precipizio dal cane, ed è sempre prontissimo a qualunque vigliaccheria per salvare la sua cara pelle.
      Il gatto nelle sue cadute ha la virtù di cascar sempre sulle zampe. Provate a pigliarne uno anche piccolo e inesperto; sollevatelo col ventre in alto, quindi lasciatelo pur cadere improvvisamente, anche dall'altezza di sole quattro dita: quel breve spazio gli basta per fare rapidissimamente un mezzo giro sul proprio asse, e cascar sulle zampe. Noi al contrario siamo soliti a cadere sconciamente, e il più spesso capofitti, quasi che la testa fosse la parte meno nobile dell'essere pensante. Ma se gli uomini sono fisicamente inetti a cascar sulle zampe, ve n'ha molti che sono tanto più abili a cascare in piedi, nel senso traslato e proverbiale del concetto, per esempio, nelle scosse commerciali.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98