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      Vedete un po' che ardito cimentatore della nostra tolleranza, e soprattutto che bestia di spirito! Sfido Persio e Giovenale a fare una più viva satira al mondo inconseguente e balordo, che tante volte si ostina a proteggere chi sfacciatamente lo corbella. Oh! l'andrebbe troppo male pei birbanti se, conosciuti una volta come tali, si vedessero tolta per sempre quella fiducia che si nega spesso ai galantuomini. Allora, domando io, come si farebbe a spogliare un pupillo dopo l'altro; a fallire la seconda volta e la terza; insomma, a pescare per tutta la vita nei mari inesausti della negligenza, della credulità, dell'ignoranza altrui? Dunque colle unghie ci vuol prudenza e al tempo stesso coraggio; perché, o nascoste o palesi, servono sempre a far preda.
      Ma lasciamo siffatti scherzi che potrebbero essere interpretati sinistramente. Il gatto ha quest'altra qualità che accarezzandolo a contrappelo sviluppa una luce elettrica, come può osservarsi nella oscurità. Dunque egli, così freddo in apparenza, ha un fuoco latente che si sprigiona nelle contrarietà. È quello che succede anche nella specie umana agli esseri troppo felici, e avvezzi a veder tutto andar a seconda dei loro desideri. Non è gran virtù esser piacevoli, calmi e pacifici fra le ricchezze, gli agi, gli onori, circondati da ubbidienze, da lodi, da ossequi, sempre gentilmente accarezzati a seconda del pelo. Per conoscere qual fuoco di male passioni ci possa covar sotto, basta fregarli un momento in direzione contraria. Provate un poco, in cambio di lisciarli dal capo fino ai piedi con un'adulazione plateale, a rimontar loro dal cuore alla testa con un epigramma saliente, e vedrete che eruzioni vulcaniche di superbie, di odi, di vendette.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98

   





Persio Giovenale