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      Perciò (tu sei un rubacuori, e mi strappi a forza tutti i miei segreti), desiderando io di non restare al di sotto della mia stessa pochezza, probabilmente non mi occuperò più di nessuna bestia (dopo il presente lavoro); ma, a imitazione ancora del gran Raffaello, tenterò nelle opere future una terza maniera; tanto più che il saggio della seconda non riuscì di tuo genio.
      Ma nemmeno la dedicatoria del mio libro non t'è andata a genio per nulla, e t'ha fatto scoprire «quale diversità passi talvolta tra le parole e i fatti degli Orazi contemporanei». Se con ciò volesti dire (e non saprei come spiegare diversamente il tuo concetto) che le mie parole e i miei scritti mostrarono sempre aborrimento all'adulazione e alla bassezza, mi hai reso la dovuta giustizia. Ma ti stimerò valente se mi proverai che in questo caso io mi sia smentito. Ho chiamato il conte Litta splendido cultore e protettore delle belle arti, perché lo è in tutta la forza e in tutti i significati dell'epiteto, e tutta Milano lo sa e lo vede. Chi ha avuto il pericoloso coraggio di aggredire i vizi individuali ha anche il diritto di render giustizia alle individuali virtù: e ciò a mio debole avviso non è un contraddirsi per nulla.
      Ti fo poi riflettere che le privatissime relazioni di amicizia o deferenza sono cose troppo estranee all'onesta critica, perché sia permesso d'impacciarsene neppure all'anonimo meglio travisato. Del resto, se quell'attributo di splendido ti spiace, mandami la lista dei signori sordidi e rozzi (che sarà un po' lunghetta), e vedrò se ve n'abbia alcuno abbastanza simpatico da potergli fare una dedicatoria di tua sodisfazione.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98

   





Raffaello Orazi Litta Milano