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      Ma a te non piacque nemmeno l'epigrafe: Non impresterai né il tuo nome, né il tuo cavallo, né il tuo libro. È un gran dire che, né con te né colla filosofia io non possa aver fortuna. Una misera volta che adottai una sentenza filosofica perché, non essendo metafisica o cabalistica, l'ho capita e gustata, ho fatto male. Quello scherzo, che appunto può correre almeno sulla coperta d'un libro scherzoso, allude all'abitudine tanto radicata e generale tra noi di farsi imprestare i libri invece di farne acquisto; il che, quanto è comodo a chi li legge, altrettanto è molesto a chi li compone. La letteratura umanitaria, tutta piena di palpiti generosi, può ben dissimulare questo doloruccio molto positivo e prosaico; ma si dà la zappa sui piedi se non vuol permettere in proposito una parola di scherzo a chi ha il coraggio di dirla, e crede d'essere autorizzato a dirla dall'indole festiva del proprio ingegno.
      D'altronde quella sentenza non invade i diritti di nessuno; perché non impedisce a chi che sia di far circolare il libro per cento mani, anzi non è intesa neppure a sconsigliare i benevoli dal prestarlo a tutti coloro che ragionevolmente sono dispensati dallo sprecar danaro in oggetti inutili; perché anche i precetti dei filosofi devono interpretarsi con un grano di sale, e sta nell'amor proprio d'un autore che i libri si diffondano molto. Ma si vorrebbe pur ricordare a tante persone agiate e prodighe in mille altre cose, che i libri si fanno principalmente e affatto casualmente anche perché siano venduti.


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Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98