Pagina (85/98)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Escluso dal tempio della Fama, tu, in forza del dilemma, mi conduci dritto dritto all'ospizio della Fame, alla Casa d'Industria; e siccome l'avvertirmi della mia sciagura è cosa un po' brusca, lo fai nella lingua della pulitezza e della galanteria, chiamandomi in francese un malheureux qui travaille pour vivre. Oimè, che vuoi tu dire? Mi rinfacci forse la colpa d'esser nato in una modesta casa d'affitto anziché in un superbo palazzo? Questo delitto, mio caro, io lo rimprovero a me stesso tutti i giorni dell'anno, quantunque sia comune alla maggior parte degli uomini. Ma ora la cosa è fatta, e non c'è più rimedio: l'errore dipende da ciò che, quando si nasce si è troppo piccoli e senza pratica di mondo.
      Per altro siccome non vorrei che dietro la lettura del tuo articolo qualche anima caritatevole mi mandasse a casa una libbra di pane, intendo provarti che dalle tue stesse parole risulterebbe non essere la mia fame tanto urgente e rabbiosa come quella dei poveri d'Irlanda ai quali si ammalano le patate. Tu hai detto che io sono grasso e contento; tu hai ammesso che io ho fatto quest'autunno una passeggiata a Napoli, il che (oltre al grande impulso da me dato alle scienze) significa andar via a spenderne; tu notasti che le mie edizioni si spacciano a furia, e che nulla ostante mi tenni silenzioso lungamente: difatti erano quattro anni e più dacchè la mia penna giaceva affatto oziosa. Dunque si potrà concludere che se la mia è fame, è però una fame a respiro, una fame che ha dei lucidi intervalli, una fame non degna dell'onor della stampa come quella di Ugolino; insomma non sembra probabile ch'io debba morire come quell'infelice di una fame trascurata.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sul gatto
Cenni fisiologici e morali
di Giovanni Rajberti
Editore Bernardoni Milano
1846 pagine 98

   





Fama Fame Casa Industria Irlanda Napoli Ugolino