Un nudo indice, ma assai copioso, ci è offerto vent’anni dopo da Udeno Nisiely (Benedetto Fioretti) in uno de’ suoi Proginnasmi Poetici:(8) ‘Diversi scrittori, aperti usurpatori [VIII] delle cose altrui, e delle proprie loro: specialmente l’Ariosto, e Virgilio’. Pedante e novatore ardito al tempo stesso, il Nisiely non rispetta, come si vede, né le grandezze antiche né le moderne. E pur di accrescere la sua enumerazione, egli raccoglie senza esame di sorta da quanti scrittori gli vengono alla mano. Tuttavia bisogna ben concedergli la lode di una vasta erudizione, che gli permette di rilevare molte cose non avvertite prima di lui.
«Dal Nisiely, non volendo qui tener conto di singole osservazioni, bisogna saltare ai moderni: al Panizzi, al Mazuy ed al Bolza. I due primi discorsero di fonti ariostee nelle note, quegli alla sua edizione (Londra, Pickering, 1834), questi alla sua traduzione del Furioso (Parigi, Knab, 1839); il terzo, prima in un articolo di rivista, e poi in un capitolo del Manuale Ariostesco(9) (Venezia, Münster, 1866). Il Panizzi, citato ben di rado dagli altri due, è nondimeno la sorgente principale delle loro informazioni. Ed io gli darò lode soprattutto della somma cura colla quale, editore dell’Innamorato, egli viene segnalando il molto che l’Ariosto tolse di lì. Solo dal Nisiely tra tutti i precedenti s’erano avute per questa parte indicazioni specifiche.(10) Inoltre il Panizzi comincia a cercare con diligenza nell’antica letteratura romanzesca, che fino a qui aveva soltanto dato luogo a qualche [IX] osservazione del Lavezuola e dello Zeno.
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