La vera epopea non se ne sarebbe appagata. Ma nel nostro caso è ridicolo parlare di epopea: l’Innamorato e il Furioso, quest’ultimo un po’ a dispetto dell’Autore, sono romanzi, ed hanno tanto che fare coll’Iliade, quanto un aerostato con un uccello. Chiamare l’Ariosto «Omero Ferrarese» poteva correre nei tempi andati; ma è un’improprietà non più giustificabile nei nostri.(25) Or [19] bene, s’ha un bel guardarsi attorno: dopo aver cercato, esaminato, confrontato, bisogna convenire che l’ottava è la forma narrativa più felice delle letterature moderne. Sicuro che, trasportata ad altre lingue, all’inglese, alla francese, alla tedesca, non ha più gli stessi pregi; ma i suoi grandi meriti le vengono appunto dall’essere indigena, uscita dalla nostra favella, e però conforme alle sue condizioni e ai bisogni suoi. È un abito fatto sul nostro dorso, e giusto perché a noi sta benissimo, stringe troppo o fa le grinze se altri l’indossa. Succede anche all’ottava ciò che accade ai metri greci, costretti a parlare le lingue moderne.
Aver trovato la sua forma poetica, significava per il romanzo cavalleresco essersi accaparrato l’avvenire. Ci volle tuttavia del tempo assai, perché ai germogli succedessero i fiori ed i frutti. In quel lungo periodo di preparazione, i due cicli, il brettone e il carolingio, continuarono a proceder divisi. Contatti, rapporti, ce ne furono in gran numero; ma sempre parziali e momentanei. E le loro sorti furono ben diverse. Il ciclo brettone mise al mondo pochi figliuoli; e quelli ancora semplici ritratti dei babbi.
| |
Innamorato Furioso Autore Iliade Ariosto Ferrarese
|