Pagina (49/965)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Dovendo dire di lui, comincio dall’osservare che il mondo epico del Furioso è ancora quello dell’Innamorato. L’Ariosto trovò già compiuta l’opera creativa, e non ebbe che a passeggiare in questo nuovo mondo. Però, quanto alla materia, se c’è un abisso tra il Boiardo e tutti i suoi antecessori, il [34] Furioso non si presenta come una novità a chi conosca l’altro poema. Né questa è una colpa nell’Autore; anzi, a me pare un merito non piccolo. Significa ch’egli ha inteso che ogni poesia epica ha bisogno di un gran fondo di cose note universalmente. Non potendo mai dar altro che un frammento di narrazione, trovandosi costretta a segnarsi essa stessa limiti angusti in un campo per sé sconfinato, quanto è maggiore la copia dei presupposti che può ammettere, quanto più sono famigliari agli ascoltatori certe sue figure, tanto maggiore è la quantità di forza che le rimane disponibile, tanto più è sicura di destare interesse. Giacché, i casi noti di personaggi vecchi rischiano di non attrarre se non i semplici, popolo e bambini; ma se i personaggi son vecchi, e nuovi i casi, la partecipazione dell’animo è in tutti fino dal principio sommamente viva e pronta. Perfino nei nostri romanzi moderni, che pure si muovono nella nostra medesima società, il leggere le prime pagine costa sempre una certa fatica. Orbene, nell’epopea vera, in quella a cui il nome si conviene a rigore, tutto questo fondo di cose note è dato dalla tradizione popolare. Per l’Ariosto tenne luogo di tradizione l’Innamorato; e l’aver sentito il bisogno, e saputo cavar partito dalle condizioni esistenti, è cosa, secondo me, da meritar lode al poeta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





Furioso Innamorato Ariosto Boiardo Furioso Autore Ariosto Innamorato