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      Si vogliono anelli intermedî, che servano a ravvicinare gli autori ed a rannodare le due opere? Rammentiamoci che il Tasso, prima di cantar le Crociate, aveva composto il Rinaldo. E anche l’Ariosto ci stende dal suo lato la mano. I cosiddetti Cinque Canti, scritti dopo compiuto e pubblicato il Furioso nella prima sua forma, hanno un andamento più grave, più solenne, in una parola, più epico, dell’opera, che essi, par bene, erano in origine destinati ad amplificare.(44) Solo nel quarto canto viene a ricrearci un poco l’avventura della balena; negli altri appena v’è traccia d’umor faceto. Sicché Furioso, Cinque Canti, Rinaldo, Gerusalemme Liberata, ci rappresentano quattro termini successivi d’una progressione regolare. E ai quattro potremo aggiungerne un quinto, se, badando allo svolgimento ulteriore del pensiero del Tasso, vorremo, com’è dovere, tener conto altresì della Gerusalemme Conquistata. Tra questa e il Furioso la distanza pare enorme; e certo sarebbe, per chi pretendesse d’arrampicarsi; ma diamoci l’incomodo di penetrar [39] nell’interno, e troveremo una scala praticabilissima. Anche nel pensiero, come nella natura, la diversità non esclude la genesi; bensì il trapasso non può accadere se non per via di forme mediane.
      Insomma, secondo il mio povero giudizio, il culmine vero nella storia del romanzo cavalleresco italiano è rappresentato dal primo, anziché dal secondo Orlando. Col poema del Conte di Scandiano ha termine lo svolgimento naturale e spontaneo del genere.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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