Col Furioso, nato di padre italiano, ma di madre latina, incomincia nella stirpe un altro ramo, che, se riconosce ancora tra i suoi antenati la Chanson de Roland e il Roman de Tristan, deriva nondimeno buona parte del suo sangue dall’Eneide, dalle Metamorfosi, dalla Tebaide.
Ma il mio studio proemiale non sarebbe compiuto, se dopo questo primo sguardo sintetico, non concedessi un pochino di spazio a certe osservazioni, concernenti il complesso dell’azione ed i caratteri.
L’azione del Furioso è tanto varia e intralciata, che a molti par quasi impossibile rilevarci un disegno.(45) Tuttavia, se ci allontaneremo in guisa da non discernere più i particolari, vedrem pure alla fine delinearcisi una forma generale. Non la direi una trama; piuttosto la rassomiglierei ad un tronco, nascosto in gran parte dai rami e dalle frondi. Questo tronco ritrovo nella guerra tra Agramante e Carlo Magno. In essa conviene distinguer tre fasi: l’assedio di Parigi, i fatti d’Arli, ed il passaggio in Africa. Né gli apparecchi, né i primi eventi, ci sono qui raccontati. All’alzarsi del sipario i Saracini sono in Francia, la lotta è già incominciata, e i Cristiani hanno toccato una terribile disfatta. - Come mai ciò? - Gli è che il poeta eleva il suo edifizio facendo servire di basamento la costruzione del Boiardo.
[40] Questo si sa da tutti: né ci sarebbe ragione di discorrerne, se le idee in proposito non peccassero in sommo grado d’inesattezza. Si crede di poter dire senz’altro che il Furioso è una continuazione dell’Innamorato.
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