L’errore data almeno dal Tasso: «... Si dee... considerare l’Orlando Innamorato e ’l Furioso, non come due libri distinti, ma come un poema solo, cominciato dall’uno, e con le medesime fila, benché meglio annodate e meglio colorite, dall’altro Poeta condotto al fine; e in questa maniera risguardandolo, sarà intiero poema, a cui nulla manchi per intelligenza delle sue favole.»(46) Ma di grazia: proviamoci a mettere il Furioso sopra l’Innamorato, e subito ci accorgeremo che non combaciano niente affatto. Il Furioso prende le mosse dalla rotta delle genti di Carlo. L’Innamorato ha condotto l’azione ben più oltre: ha già narrato dell’assedio di Parigi, ha già fatto dare l’assalto alla città. E questo assedio, che nel Boiardo tien dietro immediatamente alla sconfitta, l’Ariosto lo indugia fino alla nuova primavera. - Ma e se immaginassimo soppressi gli ultimi canti dell’Innamorato? - Invece d’un male ne vedremmo nascere un altro. Allora ci mancherebbe il principio di certi casi, che Lodovico riprende dove furon lasciati. Non dico ciò per l’avventura di Bradamante e Fiordispina (III, VIII e IX), giacché egli, per bocca di Ricciardetto, si darà cura di ripetercela in succinto (XXV, 26); ma l’innamoramento di Ruggiero e Bradamante, che nel Furioso ha un’importanza così capitale, è anch’esso tra i fatti posteriori alla rotta (III, V).
La cosa è troppo evidente perché ci sia bisogno d’insistere.(47) Né la spiegazione è difficile. Il Furioso non continua [41] l’Innamorato, sibbene la materia dell’Innamorato.
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