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      XLIII, 48).
      Questi sentimenti ispirano all’Ariosto l’introduzione di certe figure estranee all’Innamorato: Olimpia, Isabella: questi stessi gli guidano la mano per aggiungere tratti nuovi e più franchi alla rappresentazione di Fiordiligi. L’amore di costei per Brandimarte non ha nulla di straordinario presso il Boiardo, né quando è motivato semplicemente dalla natura umana e dagli usi dei romanzi cavallereschi, né quando è santificato dal matrimonio; invece diventa patetico in sommo grado nel Furioso, [45] allorché Brandimarte muore (XLI), e sopravvive la poveretta a consumarsi nel dolore (XLIII). Ecco uno dei tanti episodî che dovrebbero mostrare anche ai ciechi, come l’Ariosto, contro la credenza generale, tenda a dare al poema romanzesco un carattere più grave. Perfino al tragico s’arriva più e più volte.
      A Isabella, ad Olimpia, a Fiordiligi, servono di contrapposto Origille, Gabrina, Doralice. Origille rimane quello che è nell’Innamorato; di Gabrina si vedranno i modelli discorrendo dei racconti in cui ha parte; però resta a dire qualche parola della sola Doralice. Essa incarna un aspetto della leggerezza femminile diverso da quello rappresentato dal Boiardo in Angelica. Questa vezzeggia con parecchi amanti, perché così le giova; ma in fondo è ferma in una sola passione. Invece la Doralice dell’Ariosto non fa punto la civetta; bensì dimentica colla massima facilità i lontani ed i morti per i vivi e i vicini (XXX, 73). Non altrimenti che per la vedova di Nino Visconti,
      Per lei assai di lieve si comprende


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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