Questo il poeta non ottiene; tanto è vero che quando egli dice, La valorosa donna, che non meno Era modesta, ch’animosa e forte (XLIV, 74), le sue parole fanno l’effetto di un tentativo di ripiego; quasi direi di una di quelle giustificazioni non chieste, che rivelano la coscienza di un fallo. Con tutto ciò nessuno vorrebbe negare che la parte umana non sia tratteggiata maestrevolmente in Bradamante. La psicologia erotica, soprattutto il modo com’è dipinta la [55] gelosia, merita ogni lode. Solo, come si vedrà a suo tempo (cap. XVII), di questa lode l’Ariosto deve fare ad altri una parte ben larga.(89)
Da Bradamante non voglio scompagnare Ruggiero. Quantunque pagano, egli è presso il Boiardo l’ideale del cavaliere. Però correrebbe rischio di riuscire una figura senza fisonomia propria, se il poeta non avesse provveduto al rimedio col dargli in grado sommo la freschezza e il profumo giovanile. È un fiore che sboccia; una mente che s’apre allora allora alla vita; un cuore che sente i primi palpiti. Nell’Ariosto quella freschezza e quel profumo sono svaniti pur troppo; Ruggiero si direbbe invecchiato di dieci anni almeno. Ha, se si vuole, tutta la perfezione, ma anche la freddezza, di certe statue che la pretendono a classiche. Non mi desta simpatia né interesse; mi richiama per questo lato il pius Aeneas, e forse n’ebbe a subir l’influenza. In lui l’onore prevale troppo sopra l’amore;
Potea in lui molto il coniugale amore,
Ma vi potea più il debito e l’onore,
(XL, 68)
dice il poeta.
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