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[65] CAPITOLO I
Titolo del poema. - Proemio. - Primi incidenti. - La «gran bontà de’ cavallieri antiqui». - Ombra dell’Argalìa. - Angelica e i lamenti di Sacripante. - Sacripante disturbato e abbattuto. - Baiardo preso da Angelica. - Le due fontane.
Al cospetto di ogni opera d’arte, i primi momenti appartengono di diritto al solo senso estetico. Chi mai non s’abbandona ai moti dell’animo, e fino dal principio pretende di regolare ogni cosa colla ragione, meriterebbe d’esser privato per sempre del sorriso della bellezza. Non già che anche in quelle prime sensazioni, tanto spontanee in apparenza, la ragione non entri; ma la sua partecipazione indiretta prepara, modera, illumina, non guasta, né distrugge. A questo primo stadio si ferma - ed è giusto - la gran maggioranza degli uomini. Altri invece si spingon più oltre; esaminano, discutono, voglion trovare il perché di ciò che hanno provato dentro di sé, conoscere quanto più perfettamente sia possibile l’oggetto della loro contemplazione. Allora, insieme colle altre forme di critica, può ben legittimamente venire innanzi anche la storica, e, impadronendosi della creazione artistica, farne oggetto di scienza. Ché anche queste creazioni giungono ad essere quali noi le vediamo passando attraverso ad una serie interminabile di manifestazioni, che l’una l’altra si succedono e si producono. Anche rispetto ad esse, in altre parole, c’è un diventare; nulla nasce d’improvviso, tutto si vien formando. E del diventare sono infinite le specie ed i modi: qui avviene inconsciamente, là per deliberata volontà; qui è ricreazione, là imitazione e composizione.
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Argalìa Sacripante Angelica
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