Che Lodovico avesse ben presenti al pensiero le prime stanze della Giostra, è assai verosimile.(127) Insomma, anche qui, di quanto egli si discosta dalla maniera del romanzo cavalleresco, di tanto s’accosta agli esempi solenni del poema classico.
Questo per ciò che riguarda lo schema. Un po’ d’attenzione speciale meritano per noi(128) i due primi versi. Quali divennero nell’edizione del trentadue,(129) ricordano il dantesco, «Le donne e i cavalier, gli affanni e gli agi, Che ne invogliava amore e cortesia». Ma più importa notare che si potrebbero scrivere in capo a qualsivoglia romanzo della Tavola Rotonda. Parecchi infatti cominciano presso a poco a questo modo. Per esempio. nel prologo del Palamedès si dice: «De beaux dis et de courtois, et de haultz fais et de haultes oeuvres sera cis miens livres estrais. De ce prendra commencement et selon ce definera. Autre proposement je n’ay, fors a parler de courtoisie.» E similmente si considerino i primi versi del Jaufré:(130)
D’un conte de bona maneira,
D’azauta rason vertadeira,
De sens e de chavalarias,
D’ardimens e de cortesias,
De proesas e d’aventuras,
De fortz, d’estrainas e de duras,
D’asautz, d’encontre e de batailla,
Podetz auzir la comensailla.(131)
[70] Nulla di simile può dire, in condizioni normali,(132) un autore di Chansons de geste: ché la materia sua è di tutt’altro genere. Sicché, nonostante l’azione fondamentale e i nomi dei personaggi, ciò che l’Ariosto ci annunzia e promette è un romanzo d’avventura.
Le cinque ottave che tengon dietro al proemio richiamano in breve fatti narrati dal Boiardo, indispensabili all’intelligenza di quanto si sta per dire.
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