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      Ad un amante nulla pare troppo arduo; e però l’innamorato giovane si conforta, e senza indugio si mette in via per eseguire la richiesta.
      Il secondo tipo non è rappresentato meno copiosamente. Gli serve di caratteristica, come ho detto, l’ordine inverso dei personaggi. Il dramma è essenzialmente erotico; non vi prendono parte se non innamorati. Il protagonista va a sfogare l’animo suo in un luogo remoto, ma scelto poco a proposito. Altri vi s’è già messo prima di lui, ed egli, o per il buio della notte, o perché ci son di mezzo cespugli, non se ne accorge, e si crede solo. Così ogni sua parola è ascoltata; e ne nascono poi dialoghi e contrasti, che possono anche finir colle armi.
      Nell’esempio che mi s’affaccia primo nel Tristan (I, f.o 116-18)(162), si querela Meleagant, ascolta Lamorat. Questi non turba il lamento del vicino; ma l’indomani, trovandosi poi con lui dopo certi altri incidenti, viene a battaglia, perché Meleagant lo vuol costringere a confessare che la regina Ginevra è la più bella tra tutte le dame, non già la regina d’Orcaine, di cui Lamorat sostiene il primato. Questa seconda parte dell’episodio è complicata dalla presenza e dall’intervento di Lancilotto.
      Un’altra volta (Trist., I, f.o 133-37)(163) abbiamo Kahedin, che ascolta le querimonie di Palamidesse. Tutti e due amano la regina Isotta, con fortuna, ossia con sfortuna, non dissimile. Venuti a colloquio, Kahedin finisce per persuadere Palamidesse che la dama ha ben ragione di preferir loro Tristano; e la passata rivalità non impedisce loro di diventare ottimi amici.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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