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      37 e 38) e fiume (st. 40), piuttosto che fonte, e solo assai tardi (II, XV, 55-6, 58) ci dà a conoscere di uscire anch’essa di terra in questi luoghi.(207) Ciò potrebbe bastare. Ma, considerata l’importanza fondamentale delle fontane, che irrigano tutto il poema del Boiardo, tutto quello dell’Ariosto, mi piace di trapassare un pochino i limiti dello stretto dovere, risalendo di qualche grado più su nella genealogia, collo studio di fare altra cosa che una pomposa rassegna di notizie erudite.(208)
      Fra i temi romanzeschi del ciclo brettone ce n’è uno, ed è addirittura il più insigne, il più famoso, il più molteplicemente e lussureggiantemente propagatosi, dove una concezione [92] analoga alla nostra adempie un ufficio ancor più essenziale. Si tolga li boivre amoureux, e il Tristano non è concepibile; se ne renda temporanea l’efficacia, come segue in certe redazioni, ed esso riesce miseramente snaturato. Li boivre ci dà la passione irresistibile, contro la quale non può nulla la volontà, non possono nulla gl’impedimenti di qualsivoglia natura: a quel modo che il lottare contro i sentimenti, sia d’amore, sia d’avversione, che li animano dopo aver bevuto in Ardenna, riuscirebbe vano affatto al nostro Rinaldo e ad Angelica.
      Questa rispondenza intima ravvicinata alla notorietà somma del boivre, non lui lascia dubitare che di qui sia venuto al Boiardo l’impulso a mettere nel poema le sue acque.(209) E il nesso è indicato da lui medesimo, quando della fonte che disamora ci dice essere stata edificata da Merlino


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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