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      E molti parlarono nel medioevo di un lago della Beozia, che, per dirlo colle parole di Fazio degli Uberti,
      . . . . . . . . le membra e ’l coreA colui che ne bee tanto avalora,
      Ch’accende e ’nfiamma nel desio d’amore.
      (Dittam., III, XVIII, 28.)
      Fazio prendeva da Isidoro, XIII, 13, o da un suo trascrittore;(213) e in essi la menzione del lago è preceduta o seguita immediatamente da quella della fonte di Cizico;(214) sicché passando di qui ci troveremmo condotti, senza neppure avvedercene, ad entrambe le acque dell’Ardenna. E si noti come nel luogo stesso da Isidoro e da altri, tra cui è di nuovo anche Fazio, si parli di due fonti, localmente più o men prossime poiché situate ambedue nella Beozia, delle quali l’una fa rammentare, l’altra smemorare.(215)
      Che le acque in Ardenna sian due, e con virtù contrapposte, era tuttavia un’idea da presentarsi ovvia all’infuori di ogni ragione casuale. Coppie analoghe a quella delle acque [94] beote se ne avevano varie;(216) e si avevano in virtù di leggi del pensiero umano. Del resto l’immaginazione del Boiardo era spinta su questa via anche da un’altra forza. La mitologia antica aveva assegnato a Cupido due specie di saette: le une, dorate ed acute, suscitano l’amore; le altre, plumbee ed ottuse, lo spengono. Le saette sono ricordate spesso anche nel medioevo; e non è a dire se le avesse famigliari il rinascimento. Che alle menti de’ vecchi eruditi si presentassero addirittura come l’origine della nostra invenzione, che si prendeva a considerare nell’Ariosto, è ben naturale.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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