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      - Invece è da badare moltissimo al modo come la donna sua fu tolta a Sagremor. Non si tratta qui di un duello avvenuto su quel medesimo terreno: il cavaliere ha perduto la dama ad una grande e fortissima torre, non lontana di là, dov’è stabilito un passaggio, dei più pericolosi che si conoscano. Questa torre ci ricorda bene il castello d’Atlante, o a parlare più esatto, il castello sembra essere venuto a prenderne il posto: «Ilz regardent devant euls et voient une grant tour, riche et noble, et bien muree et bien entaillie de toutes choses; et si fort en toutes manieres, que nulz ne la peüst prendre par force; car nuls homs n’y peüst venir de nule part, pour quoi que ceuls de la tour vousissent rompre le chemin de la mareschiere(276); car autre chemin sans faille ne povoient il tenir de nule part, pour quoi il vousissent venir a la tour.» (f.o 514. Cfr. Fur., II, 41; IV, 12-13.) E un altro punto di contatto, non comune all’altro esemplare, sta nella nessuna fede riposta da Sagremor nelle profferte di Guiron, che egli non conosce, come Pinabello non conosce Bradamante: «En non Dieu,(277) sire chevalier, fait Sagremor, or sachiez tout certainement que pour esperance de vous ne retournerai je hui ne [112] demain; car je sçai(278) bien que ce seroit paine perdue.» Pinabello ritorna a mostrar la via; ma non senza aver avvertito Bradamante, che essa va a mettersi in prigione (II, 61). E in entrambi i casi c’è ben ragione di diffidare. Nell’uno il combattere con venti cavalieri, e quindi con Febus, loro fortissimo signore, nell’altro il cimentarsi contro di un mago montato sopra un cavallo non mai più visto e munito di uno scudo che abbacina e fa tramortire, sono tali prove, da non poter essere superate senza un vero portento.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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