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      L’ippogrifo gią col nome stesso, foggiato su numerose analogie,(286) ci riporta al mondo classico, ed č il Pegaso degli antichi;(287) la differenza sta tutta negli accidenti. Perņ noi vedremo compiere a chi ha la fortuna di cavalcarlo imprese ritratte in parte da quelle che la mitologia greca attribuiva a Perseo ed a Bellerofonte. Il rapporto mi sembra cosģ manifesto, che crederei di prendermi un lusso poco opportuno, se mi permettessi d’introdurre qui una dissertazione sui viaggi attraverso all’aria nella letteratura narrativa in generale. Un breve cenno diventa sufficiente allo scopo mio.
      [115] Quanto alla Grecia, a Pegaso mi basterą di aggiungere certe fantasie di Luciano, in quella sua bizzarrissima Istoria Veridica. Lą dentro (I, 11) abbiamo gli Ippogipi (ippņgupoi), abitatori della luna, che cavalcano enormi avoltoi. Con costoro hanno comune il privilegio di andarsene per l’aria gli Anemodromi (I, 13), che fanno il miracolo di volar senz’ali, i Lacanopteri, dalle ali di cavolo (I, 15), gli Aeroconopi (I, 16), montati su non pił viste zanzare, ed altri ancora. Ma č soprattutto l’India il paese che pił si compiacque di fantasie cosiffatte. Ne riboccano specialmente le leggende buddistiche.(288) Di lą certi racconti si propagarono amplissimamente, producendo una figliolanza paragonabile a quella dell’Oceano. Codeste cavalcature meravigliose sono spesso di legno. Tale č il Garuda del tessitore in una bella narrazione del Pancatantra;(289) tale il cavallo di una nota novella delle Mille e una Notte,(290) e di un’altra del Tūtī-Nāmeh.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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