Ma non c’immischiamo di quanto non ci riguarda; si potrebbero, a ogni modo, invocare le attenuanti colla certezza di ottenerle. Per [134] l’argomento nostro importa rilevare che Lodovico non fu l’inventore di codesta genealogia. Essa appartiene all’eredità del Boiardo, il quale ne aveva posto l’annunzio sulla bocca di Atlante (II, XXI, 55), accompagnandolo con parole di esaltazione complessiva, venutesi ad allargare nelle nostre stanze 16-18.(381) C’è tuttavia una differenza. Secondo il Conte di Scandiano i più prossimi discendenti di Ruggiero e Bradamante parrebbero aver avuto stanza nelle parti germaniche, donde, e propriamente dalla Sassonia, un Ugo Alberto sarebbe venuto a porre sede nel territorio di Padova.(382) Invece per l’Ariosto la stirpe si fissa fino dal principio in Italia.(383)
Derivare gli Estensi da Ruggiero e Bradamante, viene a dire farli discendere dalla razza troiana, giacché e l’uno e l’altro, secondo i due poeti, traevano di là la loro origine. Era un’adulazione; ma un’adulazione a cui la famiglia era avvezza da secoli. Non si potrebbe dunque alzare la voce contro il Boiardo. La novità maggiore consiste nell’aver posto alle radici dell’albero Ettore, in luogo di un personaggio più oscuro. [135] Ché la febbre delle origini illustri non fu mai così ardente come nel medioevo. Quasi pareva di non poter esser gente dabbene, se non si sapeva enumerare qualche dozzina di ascendenti più o meno preclari. Una parte di colpa va messa a carico dei Romani, che avevano tenuto tanto ad esser gente scappata da Troia.
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