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      E basti del castello. Liberazioni di rinchiusi, nelle quali non s’immischi la magia, non istò a citarne.(419) Ce n’è un nugolo nei romanzi d’avventura; ma questa nostra, ch’io sappia, non ha parentela speciale con nessuna.
      Uscito appena da questa prigionia, Ruggiero si lascia adescare ad un’altra, salendo poco prudentemente sull’ippogrifo (IV, 44-46), che lo trasporterà all’Isola d’Alcina. L’idea par figlia d’invenzioni boiardesche. Ricordiamoci d’Astolfo, allettato da questa stessa maga a metter piede sopra una balena, ch’egli crede un’isoletta, e su di quella condotto colà appunto dove scenderà a terra anche Ruggiero (Inn., II, XIII, 62). Così pure rammentiamoci del tranello con cui fu preso Rinaldo (Ib. I, V, 46). Al cavallo alato non fa cattivo riscontro la nave che si muove per incanto; ad Atlante risponde Malagigi; e tra i due ingannati c’è questa analogia, che entrambi sono tratti loro malgrado ad un’isola ridentissima, in una regione remota, dove loro s’apparecchiano le lusinghe dell’amore e della voluttà.
     
      [143] CAPITOLO IV
     
      Spezzatura dei racconti. - Burrasca. - Rinaldo alla badia. - Storia di Ginevra. - Nodo principale dell’azione. - L’aspra legge di Scozia. - Femmine accusate e liberate. - Dalinda.
     
     
      Bisogna lasciare che Ruggiero se ne vada per ora senza di noi, e riprendere col poeta un altro filo. Un poco dobbiamo risentirci noi pure di quel frequente mutar di soggetto, che a certi lettori del Furioso riesce gradevole, ad altri invece dà gran noia. Piaccia o non piaccia, certo è che la spezzatura dei racconti è una necessità inevitabile, là dove sono molte le azioni, molti i protagonisti.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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