Restano molte parti accessorie, delle quali bisogna indagare, possibilmente, l’origine. Che siano davvero accessorie, si fa manifesto anche dal confronto colla novella del Bandello e colla commedia di Shakespeare. Né la condanna di Ginevra ad un barbaro supplizio, né i duelli per ottenerne la morte o la liberazione, vi lasciano traccia. E anche il modo come l’inganno si viene a scoprire, è ben differente. Bastò trasportare la narrazione fuori del mondo dei nostri poemi cavallereschi e rituffarla [154] nella vita reale, perché tutte queste aggiunte e mutazioni cadessero da sé medesime.
Volendo illustrare il meno male ch’io sappia questi elementi secondarî, comincio dal dire che l’aspra legge (IV, 59), che condanna a morte, se interviene un’accusa, ogni donna. sia chi si voglia, che abbia avuto commercio carnale con un uomo di cui non sia moglie, non è immaginata per comodo suo dall’Ariosto.(442) Presume di darcene l’origine storica il Tristan. Ivi il re Apollo, signore di quel reame di Leonoys, che sarà un giorno posseduto dal padre di Tristano, sospetta grandemente della moglie, per l’esempio d’una sorella di lei, che ha solennemente macchiato la fede coniugale. Egli ha torto: la donna è un modello di castità; ma tant’è: fisso nella sua idea, Apollo vorrebbe trovar modo di sbarazzarsene. «Un jour avint qe cil de l’ostel le roi pristrent une dame avec un chevalier, et amenerent adonc la dame devant le roi, et distrent: Sire, nous avons prise ceste damoisele avec un chevalier. Qe vos plest il qe l’en en face?
| |
Bandello Shakespeare Ginevra Ariosto Presume Tristan Apollo Leonoys Tristano Apollo Sire
|