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      Che l’Historia di Aurelio e Isabella (così s’intitola la versione)(454), si avesse di già quando l’Ariosto scriveva, quantunque non se ne conoscano edizioni anteriori al 1521,(455) è possibile,(456) ma non probabile. Sennonché a noi poco importa, bastando l’originale spagnuolo, di cui esiste una stampa senza data, che s’attribuisce al secolo XV,(457) e che posteriore di molto non potrà essere.
      [157] Qui dentro abbiam dunque per le colpe amorose una legge simile alle vedute: «E las leyes de su reyno mandaban que qualquier que en tal yerro cayese, el que mas causa fuesse al otro de aver amado, que padesciese muerte, y el otro destierro por toda su vida.» Resulta chiaro dal paragone che rispetto a questo punto i diritti dell’Amadís rimangono inconcussi. E si mette a fianco a Elisena, non le si vien già a surrogare, Mirabella o Isabella, colla sua condizione di fanciulla. Bensì è una prerogativa che essa sola ha comune con Ginevra l’essere figlia precisamente del re di Scozia, e l’essere nella Scozia che i fatti seguono, come è subito posto in evidenza dalle prime parole: «En el reyno de Escocia ovo un excelente rey....» E qualche altra circostanza pare aver derivato di qui l’Ariosto. La sciagura di Mirabella, come quella di Ginevra, proviene dagli amori di una cameriera. Costei, essendo amante di «un maestresala del rey», gli scopre i segreti amori della padroncina; e questi, «doliéndose mucho de la honra de su señor, o por ventura de embidia movido», li svela al re; il quale è così messo in una condizione analoga a quella del suo riscontro ariostesco.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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