Ed egli si assume la difesa e si mette in cammino; ma ai due traditori riesce di farlo prendere per via. Arriva al luogo del giudizio Ariohan, o Ariolan, de Sassoigne, un cavaliere che s’era trovato con Leodagan quando la donzella lo aveva richiesto dell’impresa. Il termine fissato scade l’indomani; e l’indomani giunge, e Leodagan non si vede. Allora Ariohan, che intanto ha avuto certezza della falsità dell’accusa,(461) va alla dimora della dama, e vi trova gran pianto, poiché da tutti già si teneva per morta l’amatissima signora. Egli si profferisce di sostenere la giusta sua causa (f.o 382): «Et sachez, dame, tout certainement, se je ne sceüsse la verité de ceste chose, je ne me meisse(462) mie a ceste fois en ceste querelle, telle comme elle est, ne pour vous, ne pour autre.» Egli vince l’un dopo l’altro i due traditori, che muoiono poco stante, e così libera la dama e dal supplizio e dall’infamia.
Una peculiarità aggiunge un certo interesse alle somiglianze bastantemente remote di questo caso con quello di Ginevra: il nome Ariohan o Ariolan. Ariodante si chiama appunto un personaggio principale dell’episodio nostro; ed è proprio lui che combatte come campione della principessa.
[159] Ancor più perfida è la calunnia di cui è vittima un’altra damigella nel Tristan (II, f.o 173).(463) Il padre è morto di veleno e la sua stessa sorella, per appropriarsi intera l’eredità, l’accusa quale autrice del misfatto. La poveretta dovrà morire, se non trova per un certo giorno un campione.
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