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      (469) Agravano manifesta ad Artù ch’egli porta in capo qualcosa di cui non s’accorge. Senza prove il re non vuol credere, e però l’accusatore, insieme con altri invidi suoi pari, si dà cura di coglier sul fatto i due amanti. Lancilotto riesce a scampare; Ginevra è presa, imprigionata, e [161] condannata a morte. Già la conducono al luogo del supplizio; il fuoco è già pronto. Ma Lancilotto s’è imboscato ivi presso; la riscuote, e la conduce con sé alla Gioiosa Guardia. Da questo momento tra Lancilotto ed Artù non è più pace; la Tavola Rotonda è venuta all’ultima rovina.(470)
      Valgano questi confronti a rischiarare la narrazione dell’Ariosto dall’accusa in avanti. Si potrebbe desiderare di meglio; ma di meglio non avendo trovato, bisogna che io per il primo, e il lettore dopo di me, ci contentiamo di roba non perfetta. In compenso ho la soddisfazione di poter illustrare in modo più certo un altro incidente della nostra storia: il tradimento fatto a Dalinda dall’ingrato Polinesso, e lo scampo della poveretta per opera di Rinaldo. Dalinda è una metamorfosi di Brangain, la fida cameriera d’Isotta nel Tristan. Quanto le sia obbligata la regina, che essa, col sacrificio della sua verginità, ha salvato dal disonore, prendendone il posto nel letto di re Marco la prima notte del matrimonio, è noto a [162] tutti quanti.(471) Eppure Isotta poco tempo dopo, temendo che Brangain non l’abbia a tradire,(472) più ingrata ancora di Polinesso, poiché maggiore fu il beneficio, determina di far morire l’affezionata damigella, come il Duca d’Albania la devota Dalinda.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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