Et affermano che veramente avenisse quel tradimento imaginato a vituperar la donna. Il perché i cavalieri venuti alla disfida, fu scoperto da una damigella l’inganno.» (Spositione ecc. I, 59.) Nemmeno il Fórnari sembra dar fede a questa pretesa derivazione, dacché per parte sua ne enunzia un’altra, affatto diversa, e non meno sballata, affermando che l’Ariosto allude - è il suo vocabolo tecnico - ad un caso riferito dall’Alciato nel Duello. Chi ricorra al libercolo del dottissimo giureconsulto (De singul. certam., c. VIII), si meraviglierà che l’ingegnoso Calabrese abbia saputo vedere analogia tra cose tanto disparate. Il Nisiely, manco male, è pronto a raccogliere tutte e due le voci, senz’ombra d’esame. Sicché spropositi sulle fonti del Furioso se ne sono già detti e ripetuti; e ciò mi prepara un conforto per quelli di cui, tanto o quanto, mi troverò ancor io lorda la coscienza.
[164] CAPITOLO V
Isola d’Alcina. - Astolfo nel mirto. - Allegoria dell’episodio. - Amanti trasformati. - L’iniqua frotta. - Alcina. - Ruggiero tra le voluttà. - Melissa al soccorso. - Liberazione. - Rocca di Logistilla. - Rassegne di eserciti.
Dalla Scozia bisogna fare un gran volo agli antipodi, fino all’isola di Alcina. Non abbiamo, è vero, l’ippogrifo d’Atlante che ci trasporti colà come Ruggiero; ma la fantasia è bene anch’essa un ippogrifo, da non lasciarci invidiare per rapidità e meno che mai per sicurezza, quello del mago africano.
Le linee fondamentali del racconto che ha laggiù la sua scena, trovano riscontro perfetto nel poema del Cieco.
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