Grazie a Dio, di belle donne c’era [183] abbondanza in Italia, e Lodovico non era uomo da tenere gli occhi bassi, quando gli stavan dinanzi un volto e un corpo leggiadro. Tuttavia anche i libri entrano nella sua prosopografia (VII, 11-16); c’entrano, in quanto da un pezzo avevano introdotto il costume di cotali ritratti, ed erano venuti costituendone una specie di tecnica.(541) Per il caso nostro non è necessario di ascendere fino ai romanzi francesi. Vi si troverebbero, tra non so quanti, il ritratto della figlia del re d’Inghilterra nell’Ogier (v. 12067 sgg.), di Florence nella Florence de Rome,(542) di Enide nell’Erec et Énide (v. 411-42), della Regina d’Irlanda nel Durmart le Galois,(543) di Polissena, per limitarmi all’esempio più cospicuo, nel Romans de Troie (v. 5521-56), di Cleopatra nei Romans de Cesar(544). Più opportunamente si paragonerà con Alcina l’Emilia della Teseide (XII, 53-63),(545) l’Antea dell’Orlando e del Morgante(546) la Simonetta della Giostra (I, 42-47). E gli esempi si potrebbero moltiplicare; ma la conclusione sarà sempre questa: che se ogni poeta contemplava co’ suoi occhi le belle, le ritraeva con un’arte, con frasi, con immagini, in molta parte tradizionali. Certo l’Ariosto è assai più nobile e sostenuto della turba dei predecessori. Solo il Poliziano descrive col medesimo tono. Di ciò conviene tener conto paragonandolo cogli altri, se non si vogliono disconoscere le affinità che si celano dietro le differenze.
[184] Per Alcina Ruggiero dimentica Bradamante (VII, 18). È opera d’incanto; com’è opera d’incanto se il re Meliadus dimentica Eliabel per la Savia Donzella,(547) Artus Ginevra per un’altra maliarda.
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